Introduzione

"Come scrittori di romanzi non siamo capiti".
Introduzione di Ugo Gugiatti a "L'uomo delle taverne", romanzo del Pinchet

giovedì 8 marzo 2012

Cesare Carugi - Here's to the Road - Anno 2012

Cesare Carugi è un giovane rocker italiano schietto e vero, che ha appena dato alle stampe un bel disco intriso di buone canzoni e del sound americano che più ama. “Too Late to Leave Montgomery” è il pezzo apripista del lavoro e ne incarna tutti i contenuti; un’ottima ballata country che subito inquadra scenari di frontiera. “London Rain” è sorretta da una bella chitarra elettrica in sottofondo, ed ha un’andatura in crescendo. “Blue Dress” è un lento molto cupo che avvicina alle atmosfere noir di Nick Cave, Cesare ci mette anche una voce enfatica che esalta la narrazione. “Goodbye Graceland”, con ovvi riferimenti alla storia del rock, è un vero omaggio, ottimamente realizzato in chitarristico stile Clash. “Caroline” è uno dei pezzi più riusciti del progetto, una folk song d’amore in cui compare anche un bellissimo violino (Fulvio Renzi). Per la ballata pianistica “Dakota Lights & the Man Who Shot John Lennon” dice tutto già il titolo, a dimostrazione della capacità di Carugi di andare a scovare storie (e c’è il contributo di Michael McDermott), come per la successiva, ritmo allegro e ballabile, “There Ain’t Nothin’ Wrong With Goin’ Nowhere”. “Death and Taxes” sfiora il soul, mentre in “32 Springs” torna il rock e appare l’amico Riccardo Maffoni. “Every Rain Comes to Wash It All Clean” è ruspante ma non lascia troppo il segno, nonostante la presenza di Daniele Tenca. La chiusura è affidata all’acustica e struggente “Cumberland” in cui emerge il contributo del cantautore fiorentino Max Larocca. Nel complesso un bel disco di rock classico, suonato con stile e ben cantato, che supera l’evidente problema del “già sentito” con una passione sincera e delle liriche davvero interessanti.

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